2 benestanti australiani non riescono a trovare casa in affitto a Bologna

2 benestanti australiani non riescono a trovare casa in affitto a Bologna


Trovare una casa in affitto a Bologna è diventato complicatissimo.

E’ una situazione quasi paradossale ma è la realtà a Bologna, a Firenze, Milano, in tutta Italia e addirittura nei piccoli borghi. Sia quelli che vivono direttamente di turismo che in quelli nelle vicinanze dei grandi centri d’interesse storico e turistico.

Sono almeno 2 anni che la situazione si è progressivamente deteriorata ma questa settimana sembra sia esploso il caso e finalmente qui e qua trovi riscontro su ciò che ti scrivo. Non me lo sto inventando!

Lungo tutto lo stivale è esplosa la tendenza, di chi possiede un immobile messo a reddito, di preferire gli “affitti” brevi (mediamente da 1 a 4 notti) ricercati soprattutto dal mercato turistico. Ne consegue che piattaforme come Booking.com e Airbnb sono cresciute vorticosamente mentre, chi è alla ricerca di un appartamento da abitare stabilmente per qualche anno, perché è un lavoratore fuori sede, o più semplicemente di una stanza perché è uno studente (sempre fuori sede), ha delle gigantesche difficoltà.

Spesso insormontabili.

Condivido l’ufficio con un collega, in realtà è prima di tutto un amico, l’agente immobiliare: Alessandro Casabianca.

Lui tratta soprattutto immobili in vendita ma, ogni tanto, anche qualche affitto.

Mi ha colpito constatare che nell’ultimo anno, quando ha la necessità di promuovere un immobile in locaazione, è costretto a pubblicare l’inserzione giusto per un paio di ore. Ma nonostante il tempo assai ridotto d’esposizione viene preso d’assalto da decine e decine di persone interessate.

In quel brevissimo tempo di pubblicità dell’annuncio, Alessandro viene letteralmente sommerso dalle richieste, sia al telefono che via mail. Chi lo contatta, molto spesso, è disposto ad accettare l’immobile anche senza vederlo addirittura, pur di non perderlo, offre più di quanto richiesto. Siamo alla follia.

Ovviamente, il buon Ale, è contento e così anche il proprietario dell’immobile, ma nonostante ciò tra noi addetti ai lavori (e non solo) serpeggia la preoccupazione per questo trend che oltretutto è tutt’ora in aumento. Insomma ti garantisco che questa situazione sta causando un gravissimo disagio sociale. Per rimanere in tema natalizio posso tranquillamente affermare che per studenti e lavoratori il mercato immobiliare delle locazioni immobiliari bolognesi riserva solo grotte e stalle.

Evito volutamente di soffermarmi su tutte le implicazioni fiscali, non mi interessano, non in questa sede.

Quello che vedo, parlando di Bologna, è che gli studenti che da secoli sono per Bologna:

  1. tradizione
  2. cultura
  3. economia
  4. forza-lavoro

adesso invece sono fortemente penalizzati e lievemente alterati.

Ma non basta. Insieme a loro, altrettanto svantaggiati e preooccupati ci sono coloro che si spostano a Bologna per motivi di lavoro.

Stiamo parlando di migliaia di persone, di infermieri, medici, professori universitari, manager di multinazionali, dirigenti, quadri, intermedi, operai, camerieri e fior di liberi professionisti. E parecchi di loro, spesso, con famiglia al seguito.

Nel momento preciso in cui stai leggendo questo articolo, anche una famiglia con due buste paga capienti ed a tempo indeterminato, ha difficoltà a trovare una casa in affitto.

E dove vanno a vivere queste migliaia, di persone che non trovano casa per loro a Bologna?

Chi è qua per motivi di lavoro semplicemente si sposta in provincia, dove il fenomeno “affitti brevi” esiste ma non è ancora così dilagante. Anche molti studenti si stanno allontanando da Bologna: se sono fortunati aggiungeranno all’affitto della stanza anche i costi di un treno e di un autobus e resteranno in zona. Molti altri invece probabilmente rinunceranno all’Alma Mater e forse proseguiranno gli studi nelle zone di origine.

Non è una cosa bella, forse neanche socialmente giusta, ma “business is business”.

Nel mio piccolo, anche se mi occupo raramente di “finding” in locazione, proprio in questi giorni lo sto facendo.

Una famiglia, moglie (Kate), marito (Pete) e quattro figli adolescenti, VUOLE trasferirsi da Melbourne a Bologna.

Hanno deciso di passare un anno intero della loro vita nel nostro straordinario paese. Hanno visitato Bologna durante un breve viaggio di piacere e se ne sono innamorati al punto da voler sconvolgere le loro vite pur di arricchire la loro esperienza con ciò che questa nazione e questa città sapranno dargli.

Hanno già iscritto i figli a scuola, sempre a Bologna.

Pete e Kate VOGLIONO vivere a Bologna. Nel centro storico di Bologna.

Si sono anche messi personalmente alla ricerca di una casa in affitto per un anno ma non ci sono riusciti e così Pete mi ha contattato.

Ci siamo scritti, ci siamo sentiti e mi ha spiegato tutto.

Per venire in Italia, per ottenere il visto, Kate e Pete hanno bisogno di produrre al consolato italiano di Melbourne la seguente documentazione:

  • la loro capacità economica e finanziaria di non essere un peso per la nostra società (ce l’hanno),
  • l’iscrizione alla scuola per i figli (ce l’hanno),
  • il contratto di affitto (MANCA).

Ripeto: quasi mai accetto ricerche in affitto.

Lo faccio solo quando c’è convenienza economica per chi mi affida l’incarico e anche per me.

E in questo caso si tratta di un budget importante: quasi cinquemila euro al mese (poco più di 3.000 $ australiani) per trovare una casa grande e di prestigio in affitto per un anno a Bologna.

Ebbene: è una ricerca complicata, difficile.

Come per le stanze per gli studenti e gli appartamenti per i lavoratori anche molti degli immobili grandi e di pregio si sono spostati verso il mercato turistico gestito da player come Booking ed AirBnb.

Si trovano affitti per 3 giorni, una settimana, massimo 2: stop o quasi.

Ora, non so quanto durerà tutto questo e non so neanche quanto possa rendere economicamente ai proprietari degli immobili.

Immagino che, come in tutti i settori, ci sia chi è full tutto l’anno (e son contento per lui) e chi no.

Di certo in molti stanno rinunciando a delle opportunità e questo li dovrebbe portare a riflettere.

Nel caso specifico che sto gestendo, e che intendo risolvere, mi sono personalmente “scontrato” con una realtà per molti versi irrazionale.

Per ben due volte ho incontrato dei proprietari che affittano (o noleggiano?) il loro immobile a 400 euro per notte (con un tasso di occupazione, dichiarato da loro, tra il 30 e il 50%) che hanno rinunciato a 60.000 € praticamente sull’unghia e comunque più che sicuri!

Se non è follia questa.

A Natale siamo tutti più CLONI.

Auguri!