The family man

The family man


Oggi ti racconto l’incontro tra un property finder a Bologna ed un uomo solo.

Fino a quel giorno, la vita di Giulio, era perfetta.

Buona famiglia, liceo, università, studio associato, matrimonio con Alessandra, poi l’acquisto della casa e la nascita di Rebecca. Tutto liscio.

Giulio lavora, molto.

La specializzazione tributaria, nonostante la giovane età, gli ha consentito di essere uno dei maggiori e stimati specialisti, con frequenti viaggi sia in Italia che all’estero. Tutto ciò gli toglie quasi tutto il tempo libero, ma a lui non pesa.  Quella professione l’ha scelta, gli piace, è ben pagato.

A seguire la crescita di Rebecca, c’è la persona della quale si fida di più, Alessandra. Anche lei laureata con lode, ha deciso, d’accordo con Giulio, di smettere di lavorare per dedicarsi alla casa e a Rebecca poi qualche amica, Hemingway, Garcia Marquez e la palestra.

Tutto qui. Fino a quel giorno.

E’ venerdì sera, Giulio torna a casa, sono quasi le 22.

Alessandra è a cena con le amiche, in casa c’è la baby sitter, Rebecca, 5 anni, dorme.

Giulio, congeda la baby sitter, apre il frigo e si scalda la cena. Squilla il telefono, è Alessandra. Giulio risponde, la rassicura su Rebecca poi rimane impietrito, per due minuti e riattacca.

Corre in camera e trova due valigie pronte: Alessandra ha deciso di lasciarlo, ha scoperto che lui ha una seconda vita, un’amante, così gli ha preparato le sue cose. Tra mezzora rientra e lui dovrà sparire dalla sua vita.

Alessandra aveva avuto qualche dubbio un mese prima. Si era rivolta prima ad un investigatore che pedinando Giulio per una settimana aveva scoperto la tresca con una sua cliente e poi, ad un divorzista che aveva già preparato i documenti per la separazione con addebito e affido esclusivo.

Giulio ha sbagliato.

Lo sa, lo ammette, si scusa, chiede perdono. Non vuole perdere chi lo ha sostenuto e incoraggiato negli ultimi dieci anni

E non vuole perdere Rebecca. Ma Alessandra è irremovibile: è stata tradita una volta e gli basta.

Come scrive Garcia Marquez (e come poi ripreso dal film Perfetti sconosciuti), ognuno di noi ha tre vite.

Una pubblica, una privata e una segreta.

Giulio si è fatto scoprire ma Alessandra, donna e mamma, capisce che Giulio è in ginocchio e comprende anche che è un padre, poco presente ma affettuoso.

In udienza per la separazione cede sull’affido esclusivo ma affonda il colpo sugli alimenti.  Il giudice dispone a suo favore l’utilizzo della casa, tremila euro al mese e l’affido congiunto per Rebecca.

Giulio accusa il colpo, ed è normale, ma riesce a razionalizzare in breve tempo. Si organizza, prende in affitto un appartamento a due isolati da Alessandra, lavora h24 dal lunedì al venerdì fino alle 19, quando va a prendere Rebecca per fare il papà a tempo pieno, fino alle 21 della domenica.

Per lui è una nuova esperienza: non ha mai passato così tante ore di continuo con sua figlia.

Scopre, non solo che è bello, ma che gli piace e di brutto.

Passano un paio di mesi e, non so ancora come, un lunedì mattina si presenta direttamente senza appuntamento in ufficio da me.  Io non ho tempo per lui, non ora: ci vedremo, sempre da me, tra una settimana.

Quel giorno arriva e dalle 9 alle 15 sono tutto per lui. Ci prendiamo un caffè e inizia a raccontarmi la sua storia, le sue esigenze e i suoi progetti. 

Il lavoro lo assorbe totalmente e non può ritagliare neanche un minuto: per recuperare quella mezza giornata con me farà le ore piccole per i successivi due giorni.

Per mantenere l’affido congiunto, non può ritardare neanche di un giorno il bonifico degli alimenti.  Del week end non vuole perdere neanche un secondo. Ha scoperto (tardi) cosa significa essere genitore a tempo pieno, Rebecca ha bisogno di lui e viceversa.

Non può “perdere tempo” (così mi ha detto) a cercare casa, e per questo ha scelto me.

L’unico property finder a Bologna.

L’appartamento in cui vive ora è una soluzione temporanea, gli va stretta. Vuole trovare, a non più di 300 metri di distanza dalla casa di Alessandra, in zona Giardini Margherita, un bel quadrilocale con un balcone, due bagni, salone grande con cucina a vista e posto auto.

L’appartamento dovrà essere pronto da vivere, praticamente una “copia” della casa di Alessandra.  Non ha particolare fretta ma gli piacerebbe poterlo abitare entro settembre e, considerando che siamo ad inizio maggio, non è proprio una cosa da affrontare con calma.

Economicamente ha un budget congruo, che potrebbe essere ulteriormente aumentato di un 15% chiedendo aiuto ai suoi genitori che vivono dall’altra parte della città.

Concordiamo che, quando sarò nelle condizioni di mostrargli qualcosa, fisserò le visite il sabato mattina tra le 10 e le 12 perché porterà anche Rebecca.

La casa deve piacere soprattutto a Rebecca e vengo investito in pieno dal significato di quelle parole.

Decidiamo che ogni venerdì alle 15 ci sentiremo su Skype per 20 minuti e quando ne avrò bisogno, comunicheremo via mail.

Sono le 14, non abbiamo mangiato, propongo di scendere al bar e prendere un panino ma, con garbo, rifiuta. Preferisce correre in ufficio quindi ci salutiamo….dandoci del tu.

La zona in cui devo trovare l’appartamento è molto ridotta, ossia ben definita: ottimo.

La tipologia non così comune, quella porzione di città è stata costruita negli anni ’70 quando ancora i living erano divisi dalla cucina. Inizio con la mia attività. Telefonate, ricerche in rete, giro a piedi nella zona, chiedo a qualche commerciante e casualmente noto il furgone di una ditta che sta facendo una ristrutturazione. Ripasso dopo un paio di giorni e il furgone è ancora là. Accanto, sul marciapiede c’è una persona al telefono. Lo riconosco è il titolare di un’impresa edile con cui ho avuto rapporti qualche anno prima.

Ci salutiamo, iniziamo a parlare e mi dice che il suo cliente ha comprato per investimento l’attico e lo sta dividendo in due appartamenti. Saliamo a vederlo, i lavori sono quasi ultimati ma intuisco che, con una piccola modifica rispetto al progetto originario, uno dei due appartamenti potrebbe diventare quello che serve a Giulio.

Sono emozionato, ma cerco di non darlo a vedere.

Riesco ad avere la planimetria, ci disegno sopra la modifica, la mando a Giulio insieme a qualche foto dell’esterno. Anche a lui sembra “giusto” ma non sappiamo ancora se il proprietario è disposto ad apportare le modifiche che ci servono ed a quale prezzo. Stringo con decisione sul titolare della ditta che mi fa incontrare il proprietario. Ristruttura per vendere, le modifiche si possono fare, è solo una questione di prezzo.

Spara la cifra:  per noi è troppo alta.

Chiedo di poter far visitare l’appartamento a Giulio e Rebecca: permesso accordato.

Sabato alle 11 saliamo in ascensore ed entriamo nell’appartamento. Odore di nuovo, non ci sono ancora il tramezzo e la porta che serviranno per frazionare i 2 immobili come serve a noi, ma è abbastanza facile immaginarli.

Rebecca gira da sola, entra in una delle due camere e dice “Questa è la mia stanza papà!”.

Giulio barcolla, io vorrei ma non posso.

C’è ancora tanta strada da fare.

L’importo richiesto è fuori dalla nostra portata ma consiglio a Giulio di presentare comunque una proposta al limite del nostro budget e con un più che congruo acconto al preliminare da farsi in capo a due settimane. Preparo il tutto e lo consegno al proprietario.

Mi farà sapere ma intanto ci consegna tutta la documentazione catastale e quella relativa alla proprietà per consentirmi tutte le verifiche.

Continuo a cercare, non posso aspettare una risposta che potrebbe non arrivare mai e, se arrivasse, potrebbe essere negativa. Ho altri tre appartamenti in zona che sembrano essere adatti, li ho già visitati. Belli ma non come quello appena ristrutturato.

E’ di nuovo sabato.

Squilla il cellulare, è il proprietario:  accetta la proposta, ottima notizia ma, parafrasando Boskov, casa è tua quando hai fatto rogito!

Fortunatamente è andato tutto liscio.

Giulio, che è un single di seconda generazione, sta scrivendo una nuova pagina del libro della sua vita. Rebecca è una bimba serena, sorride e corre, corre e sorride. Sono nel loro nuovo nido e, affacciandosi al balcone, possono salutare Alessandra, single anche lei.

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Giulio, da solo, non sarebbe mai arrivato a quell’appartamento.

Anzi, ci sarebbe arrivato, ma quattro mesi dopo, quando finiti i lavori non sarebbe più stato possibile modificarlo come serviva a noi.

E non avrebbe mai fatto quella proposta al ribasso.

Avrebbe dovuto perdere un sacco di tempo per cercare casa, quindi perso clienti, lavoro, soldi.

Giulio, con DESIDERATAdomus, ha guadagnato tempo, soldi e serenità per lui e per Rebecca.  Paga puntualmente gli alimenti ad Alessandra.

Fai come Giulio, scegli DESIDERATAdomus, l’unico property finder a Bologna e fallo adesso.

P.S.: i nomi sono inventati, i fatti reali.