Perché l’incarico immobiliare che firmi deve SEMPRE essere breve?

Perché l’incarico immobiliare che firmi deve SEMPRE essere breve?


Non so se la pensi come me, segui il mio ragionamento.

Io non posso farci niente, mi sono abituato così, o meglio, ho imparato a mie spese.

ho sempre bisogno di fissare un obiettivo.

Praticamente su tutto, o quasi.

Pianifico ed organizzo persino le cene romantica con mia moglie o di risate con gli amici, seppur non posso programmarne la riuscita.

So bene come vorrei andasse a finire, ma non posso averne la certezza.

Allo stesso modo, non rinuncio ad una serata improvvisata: quando mi capita lo faccio senza pensarci troppo.

Sul lavoro però la musica è diversa.

Quando cerco immobili per i miei clienti non mi piace affatto improvvisare anzi, non me lo posso permettere.

Perché se pianifico, riesco anche più facilmente ad inserire quell’obiettivo all’interno della mia personalissima griglia di obiettivi

Chi mi conosce lo sa, tengo sempre con me un foglio di carta, un normalissimo A4 o un foglio di block notes che, ogni settimana, rinnovo. Ci scrivo sopra tutto quello che devo fare in quei sette giorni, più il residuo delle cose non fatte della settimana precedente.

Poi, man mano che lavoro, giorno per giorno, cancello le righe relative alla cose che faccio.

Sarà stupido, ma mi aiuta moltissimo.

Intanto a non dimenticare e, ti garantisco, succede. Almeno a me.

E quando vado a preparare il promemoria della nuova settimana e mi ritrovo, per l’ennesima volta, a riscrivere la stessa cosa “to do” beh, mi sento umiliato e penso

anche questa settimana, non ho fatto “quella” cosa o non sono arrivato a “quel punto” su quel progetto.

Per questo, qualche anno fa, ho iniziato ad inserire anche una “data di scadenza” per ogni voce.

Giorno, mese e anno entro il quale quella riga, quella cosa, deve passare dalla “to do list” a quella delle cose fatte.

Ha funzionato.

Ho scoperto che riuscivo a lavorare meglio programmando e meglio ancora sotto pressione.

Quella sequenza “gg/mm/aa” funziona, soprattutto quando non la rispetto.

E ti aggiungo che, se funziona per me, può funzionare anche per gli altri. Te compreso.

Ora ti chiederai cosa c’entra tutto questo pippone con l’immobiliare?

Te lo spiego in tre righe, forse quattro.

Quando devi vendere casa, e ti rivolgi ad un’agenzia, ti viene richiesto di sottoscrivere un incarico immobiliare di almeno 6 mesi, se non 1 anno.

E’ un tempo molto lungo.

E se dopo 3 mesi ti accorgi che l’agenzia non sta lavorando bene o che non porta risultati, cosa fai?

Ti sentirai legato, perché in effetti lo sei, esiste un pezzo di carta con la tua firma che ti vincola ad aspettare.

E’ se anche l’agente immobiliare a cui hai dato l’incarico di vendere il tuo immobile avesse messo il tuo progetto nel suo promemoria, ma con scadenza tra 6 mesi, o 12 mesi?

Beh, ti invito a valutare la possibilità di accorciare la durata di questo accordo e di aumentare invece la frequenza dei momenti di confronto.

La durata dell’incarico deve dipendere non dalla firma che hai messo sul contratto, ma dal permanere del rapporto fiduciario.

Caro Agente Immobiliare, aggiornami frequentemente, spiegami cosa stai facendo e dove stai andando.

E segnati il mio progetto sul tuo promemoria con scadenze ravvicinate!

MORALE: non devi essere ostaggio del tuo consulente.

Io quando cerco case su committenza a Bologna per i miei clienti, firmo incarichi immobiliari di soli 30 giorni.

Poi, eventualmente, se dopo un mese non l’avrò trovata, insieme decidiamo se rinnovarlo per altri 30.

Tu, che hai firmato un incarico immobiliare, che mi affidi la tua ricerca, sei tutti i giorni sul mio promemoria ed io muoio dalla voglia di cancellarti, cioè di trovarti casa.