Io che non sono Ambasciatore

Io che non sono Ambasciatore


Ne avevo già parlato tempo fa (leggi il post) e torno oggi sull’argomento prendendo spunto da un bell’articolo (leggi l’articolo) letto un paio di giorni fa e da una chiacchierata con un amico piccolo imprenditore edile di provincia.

Nonostante le verità snocciolate dall’articolo del Corriere.it il confronto col pensiero del mio amico è sconvolgente.

Nelle piccole realtà di provincia, quelle dove le PMI sono veramente il 100% del tessuto imprenditoriale, edilizia significa esclusivamente nuove costruzioni.

L’imprenditore edile non pensa assolutamente a riqualificare l’esistente, non gli conviene! “Bisogna sbloccare nuove aree per far ripartire l’edilizia” – afferma lui.

“Allora costruire sul nuovo e non vendere conviene?” –

chiedo io (senza ricever risposta).

Beh, la risposta me la sono data da solo.

La classe imprenditoriale di mia conoscenza, oltre ad essere stata abbattuta dalla crisi generale, si autodistrugge per mancanza di preparazione, per ignoranza e per ingordigia fine a se stessa.

Non sa riciclarsi. E forse non ci prova neanche.

E la politica locale, almeno fino ad oggi, si è comportata di conseguenza affidando la redazione di un piano particolareggiato anni fa, boicottato oggi da chi amministrava ieri e portato avanti ora da chi lo ha combattuto in passato: della serie contro a qualsiasi costo.

Ma contro chi? A favore di cosa?

In pratica, per questa classe politico imprenditoriale, sviluppo significa consumare territorio (nuove costruzioni, nuove strade, nuove fogne, nuove cave, ecc.) per costruire in vera finta Classe A e non vendere.

Mentre, investire in manodopera specializzata e recuperare architettonicamente ed energeticamente l’esistente, sono attività che, secondo loro, non danno nessun tipo di ritorno economico. Mi dispiace ma non è così!

Per caso, ho partecipato alla visita nella mia splendida cittadina d’origine (Sutri, in provincia di Viterbo), assolutamente informale e privata, di un ambasciatore dell’Estremo Oriente  che, dopo aver girato vicoli, chiese e monumenti ha esclamato:

“Avete un tesoro, proteggetelo e valorizzatelo”.

Io non vengo dal lontano Oriente, non sono ambasciatore ma sono convinto che recuperare i nostri cari, antichi centri storici sia una delle strategie fondamentali per far ripartire tutto il circo legato all’edilizia e all’immobiliare in genere e non solo, ma deve essere fatto da attori moralmente convinti di essere nel giusto e da amministratori lungimiranti.

Ne esistono, ne sono sicuro.