SOCIAL NETWORK oppure SOCIAL NOT-WORK?

SOCIAL NETWORK oppure SOCIAL NOT-WORK?


I social network sono entrati prepotentemente non solo nelle nostre vite private, ma anche in quelle professionali.

Vendi lampade etniche? Sei un ingegnere edile? Ripari smartphone? Insegni cinese???

Qualsiasi cosa tu faccia di mestiere, minimo devi essere su Facebook.

Non dimenticarti LinkedIn, YouTube, Twitter e Google +.

Per i più attivi sicuramente da non perdere anche Pinterest, MySpace, Tumblr e Flickr.

E Digg e StrumbleUpon che t’hanno fatto di male?

Ce n’è una vagonata!

Ma perché un’azienda, piccola o grande che sia, deve essere sui Social?

Ma chi l’ha detto? Per fare che?

Io ho provato a chiedere ad amici e colleghi e la maggior parte delle volte la risposta è stata lo sguardo perso verso l’alto in stile Mimmo, il mitico bambinone immaturo interpretato da Carlo Verdone in Bianco, rosso e Verdone.

“In che senso??”

Ma allora se non hai degli obiettivi da raggiungere, se non hai una strategia ed una tattica, se non ti fai aiutare, se non ti documenti cosa fai?

Chiaramente ti muovi a caso e magari fai delle cazzate.


Facciamo per esempio una carrellata di situazioni reali, nel nostro settore.

Noi ci occupiamo di immobiliare, lo facciamo in una maniera un po’ fuori dal comune, cerchiamo case su committenza.

Per quanto atipici però apparteniamo alla categoria degli intermediari immobiliari comunemente conosciuti come agenzie immobiliari.

Ci sono le agenzie immobiliari sui Social Network?

E quelle che ci sono cosa fanno?


I FANCAZZISTI

Sono quelli che sono un po’ ovunque ma sono invisibili, non fanno niente, nullafacenti allo stadio terminale.

Ci sono ma non li vedi.

Su LinkedIn hanno un profilo senza foto, raccontano svogliatamente il loro percorso professionale ed hanno ZERO contatti.

Su Facebook l’ultimo contenuto pubblicato è del 3 agosto del 2009 ed è un POST con scritto “Da oggi siamo anche noi su Facebook, seguiteci, ne vedrete delle belle….”


I VOYER

Sono i più misteriosi.

I loro profili sono di solito ricchi ed aggiornati ma non pubblicano quasi mai loro contenuti.

Perlopiù condividono i contenuti di altri, cliccano MI PIACE sulle bacheche degli altri, retwittano i tweet degli altri, fanno girare le foto degli altri, al massimo e con parsimonia brevi commenti su post ma sempre degli altri, non certo sui loro.

Non si espongono!

Scorri i loro profili e non ti riesce di capire chi sono, la foto del loro profilo è sempre e rigorosamente un fake.

Chi c’è dietro? Come la pensano?

Operano nel settore immobiliare ed ok, ma ti viene anche il dubbio se vendano case o le ristrutturino.

Se vuoi capirci di più devi chiamare in teleselezione le isole Hawaii parlare con Higgins e sentire se Magnum PI è disposto a seguirti il caso.


I VETRINISTI

Pensano evidentemente che i Social siano la vetrina della loro agenzia immobiliare, quella dove si attacca il cartoncino formato A4 con scritto “strepitoso monolocale completamente arredato pronto da mettere a reddito, prezzo da occasione”.

La loro bacheca Facebook contiene SOLO le inserzioni di vendita dei loro immobili.

Nei gruppi di cui fanno parte su LinkedIn inseriscono SOLO le inserzioni di vendita dei loro immobili.

Un disco incantato, un copia-incolla infinito, una mitragliatrice caricata a VENDESI.


I PIAZZISTI COMPULSIVI

Sono la deriva comportamentale della categoria precedente.

Non si limitano a pubblicare le loro inserzioni di vendita, qualcuno gli deve aver detto che sui Social Network i contenuti vengono “viralizzati” e loro si sono immedesimati e hanno deciso di essere gli infettatori.

Come riconoscerli? Semplicissimo.

Stai confrontandoti su LinkedIn sul gruppo PARLIAMO DI IMMOBILIARE con colleghi da tutti italia su un’appassionante discussione avviata da un mediatore immobiliare di Catania.

Il titolo della discussione è “gli strumenti a disposizione degli intermediari immobiliari per affrontare la crisi”.

In soli tre giorni ci sono stati oltre 150 commenti e tutti molto interessanti, si parla di crescita culturale, di contrattualistica, si parla di strumenti di collaborazione e all’improvviso il centocinquantunesimo commento è testualmente il seguente: “Latina, prima periferia, ben collegato ai servizi ed alla tangenziale si vende ufficio di tre vani più servizi. Per le altre offerte visitate il nostro sito www.noilevendiamotuttealdoppiodelvalore.it

??????

Rimani sconvolto, ammutolito, leggi e rileggi il commento e la tua mente va a quando eri bambino e ti viene in mente lo scemo del gruppo che quando si giocava a pallone non lo voleva nessuno in squadra perché averlo in squadra significava una partita persa in partenza.

Loro SPAMMANO e basta.

Infilano i loro proclami di vendita ovunque, nella TUA pagina Facebook, come commento.

Su un blog dedicato agli ex allievi della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di Taranto.

Sul Gruppo “cucinare con la soia”,…..

Nessun posto è sicuro con loro, ti troveranno, il loro profilo psicologico mi ricorda quello di Jack Torrance in Shining.

Wendy? Sono a casa, amore! Su, vieni fuori. Dove ti nascondi?”


 

Tutto ciò può sembrare una caricatura ma non lo è.

Dunque a cosa servono i SOCIAL per le aziende?

Non lo so, bisognerebbe chiederlo ai professionisti del settore, ai direttori della comunicazione delle aziende, ai web marketing specialist.

Ed io non lo sono.

Noi in tal senso abbiamo intrapreso un percorso auto-formativo ma con la supervisione di un “comunicatore professionista” che suggerisce e critica le nostre decisioni.

Ci siamo approcciati ai SOCIAL senza aspettative dirette di fatturato ma piuttosto con il desiderio di conoscere, ascoltare, confrontarci e quindi anche farci conoscere.

Di conversare invece di comunicare

Riassumendo direi che abbiamo consapevolizzato che il Brand siamo noi.

Chiaramente c’è bisogno di argomenti, anche multidisciplinari e di voglia e tempo per condividerli senza secondi fini, ma così lasciandosi andare…..e a quel punto magicamente ci arriva un contatto giusto, un suggerimento di un collega che è perfetto per la trattativa che si è arenata, la telefonata di un potenziale cliente che ti chiama al telefono e dice “ho bisogno di comprare una casa e mi piace il vostro stile e la vostra competenza”.

Si dice che l’Amore arriva quando smetti di pensarci….

Che con i SOCIAL non sia la stessa cosa per il fatturato??

Propongo di cambiargli nome, da domani chiamiamoli SOCIAL NOT-WORK, che è più chiaro (cit. Gianluca Capone).