Devo cambiare casa ma non voglio cambiare zona

Devo cambiare casa ma non voglio cambiare zona


I clienti, quelli che devono cambiare casa e mi incaricano di trovare per loro quella nuova, mi dicono sempre:

“Voglio rimanere in questa zona, perché qui ho tutto”

Questa affermazione, in una città come Bologna, figuriamoci a Roma, Milano o Napoli, se ci pensi bene, è in realtà falsa.
Perché OVUNQUE a Bologna, sempre che si rimanga nel tessuto urbano, si ha tutto:     negozi, supermercati, mezzi pubblici, cinema, parrocchie, palestre, centri di aggregazione ecc.: OVUNQUE nel tessuto urbano di Bologna si ha tutto a portata di mano, di carta di credito e di click. Certo cambia il paesaggio, l’architettura, il traffico, la viabilità.

Perché quindi chi compra casa si nasconde dietro questa affermazione?

Cosa c’è dietro?

A volte, delle motivazioni reali esistono.
Alcuni esempi banali, ma neanche tanto?
  • la casa attuale è vicina al posto di lavoro ed allontanandoti passeresti troppo tempo in macchina;
  • hai i genitori che vivono a soli due isolati da te: fanno comodo a te e fai comodo a loro…
Ma, al di fuori di questi casi, sinceramente, ne esistono altri di motivi che ti bloccano dal cambiare zona?
Sono cambiate le abitudini di vita, rendiamocene conto.
Per esempio, soprattutto in questi ultimi 10-15 anni, cambiare città o addirittura nazione è diventato più “normale”, spesso un’opportunità.
Alcuni però affrontano questo cambiamento controvoglia e con una buona dose di terrore.
Non ho sicuramente né l’autorità né la competenza per analizzare i motivi che esistono a livello personale dietro questa paura.

C’è però un fatto reale.

Ogni volta che mi metto seduto ad intervistare chi, di lì a poche ore, potrebbe incaricarmi di una ricerca immobiliare alla domanda – “perché non vuoi cambiare zona?” – la risposta è sempre puntualmente la stessa: “perché qui ho tutto!”
Sono costretto ad indagare in profondità prima di accettare un cliente e l’invito che ti faccio, se devi cambiare casa (soprattutto se non ci conosceremo mai), è: approfondisci la tua risposta.

Cosa significa “avere tutto”?

A Saragozza c’è tutto.
Ma anche in Andrea Costa.
E pure in Santo Stefano e in Mazzini.
Come anche in Castiglione.
Pensa, anche alla Bolognina c’è tutto!

Allora cos’è che cambia?

Cambia che, in una nuova zona, dobbiamo ricominciare da zero.
Si fa per dire.
Ho fatto la stessa domanda a mia moglie e, anche lei ha dato la stessa risposta.

“Qui abbiamo tutto”, mi ha detto.

Così, siccome vivivamo in collina, ho insistito. E le ho fatto notare che, per fare qualsiasi cosa, lei è costretta ad usare la macchina. Fare la spesa, accompagnare i bambini a scuola (due scuole diverse), andare a lavoro, fare palestra, vedere un film, prendere un aperitivo, andare a cena fuori.
O prende la macchina o chiama un taxi.
Gliel’ho fatto notare.
E dopo un attimo di silenzio ha ripreso fiato ed ha ricominciato.

“I nostri amici vivono tutti in questa zona e sai benissimo che la nostra vicina di casa ha la figlia che è nella stessa scuola di Nicolò e me lo può prendere all’uscita quando io non posso!”

Pensava di avermi messo all’angolo….e allora ho detto una bugia: “è vero ma tra due mesi dovranno trasferirsi!”
Panico.
Ho confessato la bugia e a quel punto sia lei che io abbiamo finalmente capito meglio.

Non è solo paura, ma anche pigrizia.

Abbiamo ragionato, ovviamente (per ora) non ci trasferiremo, ma abbiamo preso coscienza che in fondo qui o dall’altra parte della città, per noi, cambierebbe davvero poco.
Perché rimanendo a Bologna, ovunque dovessimo andare a vivere, potremmo saltare in macchina e raggiungere i nostri amici in massimo 30 minuti.
Poi però abbiamo anche ripensato ad un fatto che è avvenuto qualche mese fa quando mia moglie, aveva deciso che il salone e la cucina era ora che venissero ritinteggiati di bianco.
In attesa dell’arrivo dell’imbianchino, quel sabato mattina, ci siamo svegliati molto presto ed abbiamo iniziato a staccare i quadri dalle pareti ed a spostare tutti i mobili.
Verso le 7.30 si alza Mattia, il più piccolo dei nostri figli (4 anni) e non appena ci vede inizia a piangere.
A singhiozzare.
Forte e disperato.
Agitatissimi smettiamo di fare i traslocatori, lo prendiamo e ci sediamo sul divano, dovevamo capire: non erano i soliti capricci.

Aveva avuto paura che dovessimo cambiare casa.

E’ evidente, almeno questo è quello che ho pensato, che questo blocco ce l’abbiamo fin da piccoli.
Se vogliamo possiamo superarlo, anche Mattia ha capito che, se fosse successo per davvero, non sarebbe cambiato nulla.
I vecchi amici sarebbero rimasti anche se li avrebbe visti di meno, ne avrebbe conosciuti di  nuovi e i nonni sarebbero comunque rimasti sempre a 4 ore di macchina.
E’ ovvio, anche a me metterebbe ansia il solo pensare a dover cambiare casa.
Per questo, quando tocco questo tasto con mia moglie e con i miei clienti, devo essere delicato ma ho il dovere di andare fino in fondo.

E consiglio di fare la stessa cosa a te, insieme alle persone che con te saranno direttamente coinvolte in questo nuovo viaggio.