L’attico di lusso che non trovi perché hai cercato male come un cercatore di funghi inesperto

L’attico di lusso che non trovi perché hai cercato male come un cercatore di funghi inesperto


Spesso cercare un immobile con delle caratteristiche ben definite è come cercare un ago nel pagliaio ed è proprio questo che è successo a Piero che non riusciva a trovare un attico di lusso in pieno centro a Bologna.

Proprio così.

Ne aveva visti tanti ma a tutti mancava qualcosa o avevano qualcosa di troppo.

Non era da troppo tempo alla ricerca, solo sei mesi (ammesso che sei mesi siano pochi) ma, organizzandosi bene con lo studio, è un noto professionista, aveva visto una ventina di immobili. Si era mosso tra Castiglione e Santo Stefano con limiti a via Farini e sui “viali” ma niente da fare, l’attico di lusso per lui e la sua famiglia non era saltato fuori.

Tramite una conoscenza comune mi contatta e ci conosciamo a casa sua. Ha una importante consulenza da svolgere, una commessa che potrebbe far diventare la sua azienda fornitore di un importante gruppo industriale: non può toppare. E questo significa che non può dedicare alla ricerca dell’attico neanche un minuto nei prossimi sei mesi.

In verità non ha neanche bisogno urgente di spostare la sua residenza dalla villa di Casalecchio, potrebbe farlo anche tra due anni ma vuole farlo. Il prima possibile, semplicemente perché ne ha voglia. Sia lui che la moglie. E anche la figlia ventenne.

Hanno sempre vissuto appena fuori Bologna ma, al tempo stesso, hanno sempre desiderato vivere in centro e ora vogliono farlo. La zona è ben delimitata, la tipologia anche e il budget è assolutamente importante e disponibile.

Per DESIDERATAdomus, e per me, è sicuramente un ottimo cliente ma, prima di formalizzare l’incarico, devo capire bene cosa non andava negli immobili che aveva visitato e scartato. Me lo spiega e, in pratica, erano tutti o troppo grandi o troppo piccoli.

A me si accende una lampadina. Leggiamo insieme la lettera di incarico, la firmiamo e la mattina dopo inizio a dedicarmi al suo attico di lusso passando tutto il giorno, ovviamente a piedi, nel perimetro di ricerca.

Uno degli immobili scartati era gestito da un carissimo collega.

Un attico di lusso, prestigioso, bellissimo, panoramico

ma enorme per le esigenze di Piero, con delle potenzialità altrettanto enormi che probabilmente, a Piero, erano sfuggite o forse aveva scartato. Devo approfondire.

Parliamo di quasi 220 mq calpestabili con, in aggiunta, un bel terrazzo di 40 mq con una vista notevole. Siamo al quarto piano di un bel palazzo con ascensore. L’attico ha bisogno di qualche intervento ed è la risultante dell’unione di due immobili.

Era questa la lampadina che si era accesa.

La richiesta della proprietà supera il budget di Piero ma continuo ad approfondire.

In origine i due attici erano speculari ma con una modifica strutturale tecnicamente fattibile si potrebbe ricavare l’attico di 150 mq con tre camere, cucina, soggiorno, due bagni e terrazzo che Piero desidera. La parte rimanente sarebbe “solo” un piccolo attico in pieno centro di 70 mq.

Un gioiellino da sfruttare.

Continuo a scavare. Col permesso del mio collega torno a vedere l’attico con la parte tecnica e progettuale della mia squadra. Tre ore di sopralluogo, misure, ragionamenti e poi in ufficio a sviluppare calcoli, opere, rendering e computi metrici che nel giro di una settimana diventarono preventivi di spesa veri.

Nel frattempo, con Piero, ci sentivamo quasi tutti i giorni. Gli avevo parlato di un attico molto bello, sapeva che ci stavo lavorando sopra e si era incuriosito molto. In realtà era proprio arrapato e moriva dalla voglia di vederlo ma io, come un condom ritardante, glielo avrei mostrato solo quando avrei avuto tutte le informazioni che mi servivano.

Avevo tutto e arrivò il momento di farlo vedere a Piero e sua moglie che, arrivati davanti al portone, mi guardarono con una smorfia non proprio benevola che più o meno diceva “Sei cretino? Lo abbiamo già visto e non è adatto a noi!”

Gli chiesi di resettare quello che avevano già visto e scartato, impegnandosi a rivederlo di nuovo ma da un’altra prospettiva.

Accettarono con poco entusiasmo.

Era un sabato di maggio, entrammo alle 15 e ne uscimmo alle 20 per tornarci la mattina seguente, insieme alla figlia.

Sul mio tablet avevo tutti i documenti relativi alla ristrutturazione completa, sapevo anche che i pavimenti in palladiana e le travi a vista a loro piacevano molto e lì c’erano entrambi. Nella dependance era stato possibile prevedere (previa verifica urbanistica e strutturale) la realizzazione di un terrazzo di una decina di metri quadrati nel soggiorno con cucina a vista, due camere, due bagni e un ripostiglio.

La spesa totale tra acquisto, progetto e ristrutturazione superava di un 30% il budget di Piero e questo poteva essere un problema. Gli prospettai alcune soluzioni. Se fosse stato in grado di accettare il gap economico, l’attico di lusso in più, anche se piccolo poteva essere messo in vendita, affittato o trasformato in bed & breakfast. In una posizione del genere e con le modifiche (e le rifiniture) previste, avrebbe fatto gola a molti.

Ovviamente ad un prezzo congruo.

In alternativa si poteva sentire l’attuale proprietario e proporre una specie di sconto restituendo, a fine lavori, il piccolo attico.

Oggi, a tre anni di distanza, Piero e sua moglie Sandra, abitano serenamente nell’attico di lusso che avevano scartato. Nel portone a fianco c’è uno splendido B&B con cinque posti letto che ospita continuamente turisti, soprattutto stranieri.

Con Piero mi sento spesso, non possiamo considerarci amici ma c’è grande stima reciproca. Un giorno mi disse che in quell’occasione si era sentito uno stupido perché non aveva compreso da solo le potenzialità di quell’immobile. In fondo capita anche a chi, per la prima volta, si addentra in un bosco a cercare funghi porcini (è iniziata la stagione!). Si impegna, ci prova…ma non li vede, almeno non tutti. Poi dietro arriva il cercatore esperto e riempe la cesta.

Mi chiese anche perché io avessi lavorato così tanto su quell’attico senza che lui lo avesse visto. Anzi, sapendo che lo aveva visto e scartato.

La risposta che ho dato a lui, e oggi mi permetto di dare a te, è semplice.

Io ascolto molto, moltissimo, i miei Clienti prima di iniziare a lavorare per loro. Cerco di assorbire il più possibile le loro esigenze, i gusti, le disponibilità e, da ciò che mi aveva raccontato Piero, il budget era quello perché così avevano stabilito. Mi aveva fatto capire che, spesi quei soldi (tanti), non sarebbe rimasto senza nulla.

Ho fatto un azzardo? No. Sono cose che devo fare, e faccio sempre con piacere, ovviamente quando ci sono i presupposti.

E’ anche per questo che, chi cerca convintamente un immobile di prestigio a Bologna, sceglie DESIDERATAdomus.

Probabilmente però, a bocce ferme, quello che si morde di più le mani (e i gomiti) è il mio collega.


P.S.: fai come Piero, chiamaci