ANOMAL (e normal) HOUSE a Bologna

ANOMAL (e normal) HOUSE a Bologna


Gli ecosistemi animali, linguistici, tecnologici, politici, gastronomici, culturali ed economici, sono tutti basati sulle diversità.

Ciò nonostante mangiamo quasi solo piadine industriali, il dialetto bolognese è una lingua praticamente morta, interagiamo soprattutto attraverso i nostri device, sogniamo in italiano, vestiamo in cinese e pensiamo in americano.

Siamo tutti pressoché più colti e più ricchi dei nostri padri, ma purtroppo le condizioni per distinguere le nostre esistenze ed elevarle stanno obiettivamente diminuendo rispetto al passato.

E non è poi così tanto una questione di soldi.

Ma se sei d’accordo piuttosto di libertà, di consapevolezza e di intraprendenza.

La vera verità è che abbiamo (quasi) smesso di pensare, quindi di immaginare, quindi di sperimentare, quindi di creare.

E quindi, infine, di esistere.

Abbiamo installato nella nostra amigdala la versione “banale” delle nostre vite.

Nella letteratura, nella poesia, nell’arte e nella moda stanno estinguendosi i produttori, e ci stiamo tutti trasformando in consumatori dall’encefalogramma piatto.

E le nostre CASE non fanno eccezione, esse sono in gran parte delle NORMAL HOUSE.

Nel senso che anche quando bellissime e prestigiose, sono davvero spesso omologate, standardizzate, oserei dire appiattite. Nell’architettura, nella distribuzione degli interni, nelle scelte relative alle finiture e infine negli arredi.

Davvero poche le eccezioni.

Per mestiere trovo case di pregio su committenza a Bologna, onde per cui mi capita con una certa frequenza di vedere case meravigliose, grandi e luminose.

Chiaramente chi è proprietario di siffatte dimore, avrebbe la possibilità economica di trasformare la propria casa, di personalizzarla, di caratterizzarla.

Ma invece mi capita abbastanza spesso di constatare:

  • architetture stereotipate
  • spazi condominiali angusti
  • scenografie interne sempre più banal

Praticamente una pandemia di cucine con la penisola e gli sgabelloni, seguite a ruota dai divani angolari e dall’arredamento shabby chic (o in alternativa dal minimalismo nella versione total-white).

Che-noia-che-barba

che-barba-che-noia

(cit.).

gli-immobili-possono-annoiare

E se ciò accade anche nelle case di lusso di Bologna, vuol dire che non è soltanto una questione di soldi.

Parafrasando il mitico film del 1978 che ha reso eterno l’immenso John Belushi, ti auguro di trasformare la tua prossima casa in una ANOMAL HOUSE, ossia che in essa tu voglia esprimerti, immaginare, desiderare, sperimentare e quindi creare.

Inevitabilmente quell’immobile diventerà manoscritto, poesia, quadro, melodia e scultura, ossia un’opera d’arte.

E tu l’artista !!

Che poi lo sapevi che proprio il film “Animal House” secondo alcune autorevoli fonti sarebbe la rappresentazione della vita vissuta negli ambienti universitari da John Belushi durante un suo soggiorno a Bologna?

Saluti dall’organizzatore di Toga Party immobiliari di Bologna.