Agente immobiliare lo dici a tua sorella!

Agente immobiliare lo dici a tua sorella!


In ogni categoria c’è almeno una pecora nera e quella degli agenti immobiliari non fa eccezione.

Su questo non ci piove.

Non piove neanche sul fatto che quando sentiamo parlar male di qualcosa, o qualcuno, che ci è vicino ci irritiamo…e non poco.

Altroconsumo, qualche giorno fa ha pubblicato uno studio sulle agenzie immobiliari (leggi l’articolo) … apriti cielo.

Colleghi, addetti ai lavori e non che si sentono offesi, altri scandalizzati, altri che cercano di spiegare i risultati, altri ancora che replicano.

Ognuno esprime il suo parere.

E lo faccio anche io.

Non ho mai avuto particolare simpatia per la matematica e la statistica, ma una cosa l’ho imparata ed è vera: i dati statistici di un campione rilevante sono attendibili e 1500 intervistati possono essere considerato un campione significativo.

Ora, se su questo siamo d’accordo, cosa c’è che non va?

Non sono piaciute le risposte degli intervistati o la forma in cui sono state esposte.

Credo non esista nessun agente immobiliare che, in una chiacchierata, più o meno informale, con un collega o un amico, non abbia espresso dubbi sulla bontà del lavoro di “altri colleghi”: quelli che staccano i cartelli, quelli che “rubano” gli immobili, quelli che non offrono nessun servizio, quelli che prendono troppo, quelli che non fanno pagare il venditore, quelli che non hanno neanche le planimetrie, quelli che gestiscono troppi immobili, quelli che sono abusivi, quelli che…

A me è successo, confesso!

C’è un dato di fatto, ognuno di noi è convinto di comportarsi professionalmente al meglio e, quelli scorretti o poco professionali…sono sempre gli altri.

Alla fine siamo noi stessi che ammettiamo che c’è del marcio nella categoria ma poi ci dà fastidio se qualcuno lo mette in piazza. Facciamo pace col cervello.


L’altro giorno, parlando proprio di questo argomento, un collega contestava non tanto i numeri ma la forma dell’articolo: se in un caso su quattro sono emerse delle magagne nell’immobile è anche vero che nel 75% dei casi ciò non è avvenuto e, presentare il dato così, avrebbe tutto un altro effetto.

Vero ma non risolve il problema di base: addolcisce solo l’immagine.

Dobbiamo fare tutti un esame di coscienza.

Ognuno ha la sua personalità e le proprie ambizioni, ci mancherebbe altro ma non nascondiamoci dietro a un dito: nessuno è perfetto e, il risultato dell’articolo, nell’immaginario collettivo, è che l’agente immobiliare non è un santo.

Possiamo non condividere ma così è quindi, anche se sta arrivando l’inverno, rimbocchiamoci ancora di più le maniche e correggiamo i nostri difetti, miglioriamoci, facciamo in modo di cambiare i risultati del prossimo studio di Altroconsumo e gli altri che verranno, almeno proviamoci.

Chi non lo farà non avrà scuse e, forse, avrà maggiori probabilità di soccombere a questa crisi immobiliare che di vittime, al nostro interno, ne ha già fatte abbastanza visto che negli ultimi due anni hanno chiuso i battenti più del 20% delle agenzie.

Se non si cambia rischiamo che dire ad una persona “agente immobiliare” venga preso come un insulto.