Verdicchio vs. Lambrusco

Verdicchio vs. Lambrusco


Il mercato immobiliare non dorme mai.

Domenica mattina ore 9, squilla il cellulare.

Smoccolo in turco perché ho dimenticato di spegnerlo la sera prima, rientro in me e rispondo.

Voce ferma la sua, leggermente rincoglionita la mia.

Si scusa per l’orario, si presenta e in trenta secondi (forse quaranta), delinea con estrema sintesi e chiarezza la sua situazione.

E’ un manager, un decision-maker, non fa voli pindarici, poche parole, pesate, essenziali.

Il giorno dopo sarà a Bologna, alle 10 ha un incontro per la firma di un importante incarico.

Alle 16 propone di vederci e io accetto.

Sono sveglio e lucido, prendo il caffè, mi ricordo che domani pomeriggio devo incontrare Marcello, il mio amico geometra.

Devo parlargli di un mio cliente che deve fare una ristrutturazione: lo chiamo, lo sveglio, smoccola ma capisce.

Appuntamento spostato.

Torno a letto a spupazzarmi le mie pesti e la loro madre, è domenica! 😉

Lunedì, ore 16, arriva lui.

E’ grosso, tanto, quasi troppo. Per chi vede(va) in TV il wrestling anni ’90, è come Undertaker. Io potrei essere Rey Mysterio, ma non ho né maschera, né muscoli.

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Non mi faccio impressionare dalla mole e lui ci scherza su.

Si accomoda, io prego perché la sedia resista e cominciamo a parlare.

Ha appena siglato un accordo con una multinazionale con sede a Bologna, tra un mese ne sarà il nuovo direttore commerciale per l’Italia.

Visto che è un progetto a medio-lungo termine, ha deciso che si sposta da subito con tutta la banda (famiglia).

Non vuole andare in affitto, è abituato a possedere.

Può tollerare al massimo un mese di residence, forse di albergo, ma non di più.

Di mercato immobiliare non capisce nulla e Bologna la conosce solo per lavoro, riunioni, convegni.

Insieme alla moglie nella settimana precedente si è un po’ informato su internet (ha trovato lì DESIDERATAdomus), da qualche sua conoscenza ma, senza perder tempo, ha capito che da solo non ce la farà mai.

Troppe incognite, troppi possibili siluri ad altezza chiappe, insomma ha capito di avere bisogno di aiuto.

L’unica cosa che gli è parsa chiara è che, nelle sue ricerche in rete, non ha trovato nessuno, a parte me, offre la consulenza che a lui e la sua famiglia servono.

E di questo è rimasto parecchio stupito.

Tutti gli agenti immobiliari aiutano solo il proprietario/venditore e io sono l’unico che aiuta i compratori come lui.

Gli spiego con qualche dettaglio come lavoro. Quando gli dico che ho bisogno di intervistarlo, insieme alla moglie per almeno tre ore, ha un sobbalzo. Temo per la sedia che continua a resistere seppur scricchiolando.

“Allora, facciamo così, sono le 17, ci mettiamo in macchina subito, parliamo durante il viaggio e, con un po’ di fortuna col traffico, senza correre, per cena siamo a casa mia ad Ancona. Ci intervisti mentre mangiamo un boccone, resti a dormire da me e domattina alle 6 tu prendi il treno per Bologna e io per Roma, che ho un appuntamento lì alle 10,30. Dai, passiamo a casa tua, prendi lo spazzolino e partiamo, ok?”

A volte si ha più tempo per prendere delle decisioni, altre meno, ma vanno comunque prese.

Vado a casa, mentre ne parlo con mia moglie, preparo il cambio da mettere in borsa, saluto i bambini. Il pc ce l’ho, il questionario dell’intervista pure ed ho stampato anche una copia dell’incarico.

Via si parte.

Durante il viaggio si parla. Mi racconta di questa opportunità professionale (ed economica) che ha colto al volo, della sua vita ad Ancona e di ciò che si aspetta di trovare a Bologna. La moglie non lavora, i figli (7 e 13 anni) finiranno l’anno scolastico ad Ancona (siamo a maggio).

Avranno bisogno di spazio per il cane, in centro ma non troppo, in periferia ma non troppo, vicino alla stazione ma anche alle scuole (liceo ed elementare) che non hanno ancora individuato, un garage doppio, 3 camere, 2 bagni.

Tante idee e ben confuse insomma.

L’unica cosa che è invece scolpita su pietra, e non mi sorprende, è il budget. Una cifra importante tra casa, notaio e me, ma niente ristrutturazione, deve essere abitabile da subito.

Finalmente arriviamo. Ci accoglie la moglie.

Bella ma non appariscente, esile, poi i figli, Carla la piccola e Bruno il grande, insieme a Tommy il golden retriver. Vivono in una villetta anni ’60, appena fuori la città, in collina, in una zona residenziale di pregio. Almeno questo mi sembra.

Rifiniture di  classe, un bel giardino, una bella casa, costruita dal padre del wrestler che ora purtroppo non c’è più.

Ci mettiamo a tavola e comincio finalmente ad entrare nel dettaglio del mio incarico con entrambi.

Tiro fuori il mio quadernino da appunti ed inizio a chiedere, chiedere, chiedere.

E loro rispondono, rispondono, rispondono.

Si rendono conto di quante cose, quanti dettagli, quante sfumature non hanno considerato. Ad un certo punto lei, Marta, mi confessa senza timore di aver parlato al telefono col marito Andrea (Undertaker ha un nome normale!) che gli ha detto testuali parole

“Siamo salvi, so chi troverà la nostra casa, non so come sarà, ma lui la troverà!”

Sono rimasto un po’ imbarazzato ma neanche tanto. Mi ero trasformato in Rey Mysterio quando sferra la “six-one-nine” solo che, anziché dare un calcio sui denti, rappresentavo la soluzione del loro problema. Un grosso problema.

E’ mezzanotte, io ho tutto chiaro, un paio di idee da approfondire e tante telefonate da fare appena rientro, i bambini sono a letto e noi su un divano a definire i tempi. Apro la borsa, prendo la lettera di incarico e faccio per leggerla, ma lui me la prende, tira fuori la penna e la firma. Non abbiamo parlato del mio compenso, sono impreparato a questo, non mi sono accorto che Andrea è sempre “the Undertaker” e mi dice:

“la tua provvigione, a me sta bene perché mi hai fatto capire che farai ciò di cui ho bisogno, punto.”

Martedì, ore 10, arrivo in stazione e mia moglie è venuta a prendermi, i bambini sono a scuola: Mentre andiamo verso l’ufficio ci dividiamo i compiti e abbozziamo il piano marketing. Nelle prossime settimane ci sveglieremo e andremo a letto, con in testa la casa del wrestler.

Fine giugno, ore 17, sono seduto ad un bar, con Undertaker, io una Coca, lui un chinotto, abbiamo appena firmato un preliminare per la sua nuova casa, trovata con la collaborazione di un collega mezzora dopo che l’aveva presa in vendita.

E’ perfetta

4 camere, cucina grande, soggiorno ampio, 3 bagni, non c’è giardino ma 100 metri di terrazzo, 4° piano con ascensore, ristrutturato da 6 mesi con grande gusto, doppio box auto, portiere, le scuole elementari a 300 metri, un ottimo liceo a cinque minuti a piedi. Gli ho trovato anche la domestica!

Finiamo di bere e prima di salutarci gli dico che ho una cosa per lui; vado in macchina e prendo un cartone di ottimo Lambrusco, il migliore che conosco. Mi giro e me lo trovo ad un metro (mi fa ancora impressione) con in mano un cartone di Verdicchio. Scoppiamo a ridere.

Tra Undertaker e Rey Mysterio…ha vinto il vino, per fortuna!


P.S.: forse tu non sei Undertaker e sicuramente io non sono Rey Mysterio, ma se ti trovassi nella stessa situazione di Andrea, non farti scrupoli, anche se è domenica mattina, chiamami. A presto.